DATA: 04 Dicembre 2010
FONTE: www.tg1.rai.it
AUTORE: Padre Josè Gabriele Funes
CITTA’ DEL VATICANO – Che esistono altri mondi nell’universo è ipotesi accettata dagli astronomi pontifici. Ma se mentre leggiamo l’Osservatore Romano un nostro fratello extraterrestre, che magari respira arsenico anziché ossigeno, si stesse ponendo le stesse domande? Perché‚ non chiederselo, visto che “l’astrofisica è una scienza che riserva sempre sorprese?”. Parola di astronomo e di gesuita: lo pensa e lo spiega il direttore della specola vaticana, padre Josè Gabriele Funes, gesuita argentino, 47 anni, dal 2006 capo degli astronomi del Papa nella sede storica nel palazzo apostolico di Castel Gandolfo.
Inizia così l’editoriale del direttore della Specola vaticana, padre Josè Gabriele Funes. L’astronomo e gesuita argentino si interroga sull’esistenza di altri esseri viventi alla luce dlele nuove scoperte come le “nane rosse” e i batteri che respirano arsenico.
nelle prime pagine dell’osservatore Romano, è intitolato “Se qualcuno respira arsenico”, ed è dedicato alle due recenti scoperte in astrofisica, le “nane rosse” di cui ha dato conto “Nature”, e il batterio capace di vivere attraverso l’arsenico, pubblicata su Science. E il gesuita-astronomo si interroga su altri mondi possibili e si chiede che tipo di esseri viventi dobbiamo cercare. Dalle nuove scoperte, commenta, indubbiamente verrà un allargamento dei “nostri orizzonti concettuali”. Verranno domande sui pianeti e le galassie e su cosa sia un essere vivente. Ma se cerchiamo nuove forme di vita, “dobbiamo almeno sapere cosa cercare, cioè definire cosa è un essere vivente”, quindi si allargheranno “i nostri orizzonti concettuali”. “E chissà se, – è la conclusione – in una lontanissima galassia ellittica, qualcuno che abita su una ‘super Terra’ orbitante intorno a una ‘nana rossa’ e respira arsenico, in questo momento si sta facendo le stesse domande”.
PADRE FUNES. Padre Funes, che da buon gesuita spazia senza problemi dalla astrofisica alla teologia, nel 2008 ha affrontato proprio con l’Osservatore Romano una serie di questioni sulla ipotesi di esseri viventi extraterrestri: sarebbero compatibili con la fede in Dio e non è detto che dovrebbero aver bisogno della redenzione. E anche se molti scienziati fanno professione di ateismo, non è vero che l’astronomia favorisce una visione atea: una trentina di crateri della Luna portano i nomi di antichi astronomi gesuiti, un asteroide del sistema solare è stato intitolato al suo predecessore alla specola, padre George Coyne. Padre Funes dunque non è impreparato a dialogare con il fratello che respira arsenico, per vedere se anche lui si pone gli stessi quesiti.