DATA: Mercoledì 30 Marzo 2011
FONTE: www.newnotizie.it
AUTORE: Pasquale Gallano
Due simpatici vecchietti stanno rivoluzionando la famigerata profezia dei Maya che, come tutti sanno, vedrebbe la fine del mondo, intesa soprattutto come passaggio dall’attuale ciclo ad uno nuovo, avverarsi per il 21 dicembre 2012, con una svolta epocale sia in un senso positivo (una straordinaria rivelazione e la nascita della nuova coscienza) sia in un senso drammaticamente negativo (tra le ipotesi: catastrofi naturali, il declino della civilità umana, l’arrivo degli alieni). Sembra, infatti, che questa fatidica data sarebbe sbagliata. L’annuncio proviene da due anziani fratelli, che da tempo si occupano del calendario Maya sebbene con approcci differenti alla tematica. Parliamo di Bohumil e Vladimir Böhm, il primo un matematico e il secondo un docente di storia e cultura Maya. Secondo i Böhm, infatti, l’anno esatto della “fine dei tempi” è il 2116, tra 105 anni!
Lo studio dei due fratelli, pubblicato sulla rivista Astronomische Nachrichten – Si basa proprio sull’ossessione che i Maya con i numeri. Per tale ragione, questo popolo infatti era solito utilizzare diversi calendari: quello religioso composto da 260 giorni, quello agricolo che durava 365 giorni, mentre le loro settimane erano di 9 giorni. Inoltre c′era il cosiddetto ciclo lungo, fatto di 1.872.000 giorni. Il collegamento tra questi antichi calendari e il nostro è molto complesso, si devono confrontare date, avvenimenti e fonti. Al termine di lunghe ricerche, i Böhm hanno scoperto l′errore generato dall’archeologo John Eric Sidney Thompson, che per primo ha posto a confronto i due sistemi. Il grave sbaglio di Thompson è stato quello di non considerare una lunga interruzione nel calendario Maya, causata da una guerra che bloccò anche il conteggio dei giorni. Dopo aver aggiornato le date, la conclusione dei fratelli Böhm è che la fine del mondo, o meglio il cambio epocale, bisogna datarlo nell′anno 2116. A questo punto non resta che attendere un’ulteriore smentita della nuova teoria dei fratelli Böhm, che pare sia stata già avanzata da un altro anziano predicatore evangelista, Harold Camping, che con un “complesso” calcolo matematico tratto dalla Bibbia avrebbe individuato la data del “vero” giudizio universale: il 21 maggio 2011, tra meno di due mesi? Un maggiore approfondimento è stato pubblicato in un nostro precedente articolo. Ma esiste una recente interpretazione – Per continuare a sorridere sul 2012, è bene anche ricordare un articolo dell’ANSA pubblicato lo scorso ottobre 2010 intitolato “Fine del mondo Maya ‘slitta’ di due mesi“: secondo gli studi di un ricercatore dell’università di Santa Barbara, Gerardo Aldana, ci sarebbero stati degli errori nella conversione della data da parte degli archeologi moderni. La confusione sulla profezia Maya è totale – Il problema sta nel capire come si allineano il nostro calendario e quello dei Maya. Sarebbe utile chiederlo a uno di loro, ma gli ultimi che usavano quel modo di contare i giorni sono morti più di mille anni fa. Gli archeologi lo chiamano “problema della correlazione“, e per risolverlo hanno usato indizi filologici, archeologici e astronomici; si tratta di un calcolo che meriterebbe decine di pagine di approfondimento, tante sono state le idee messe in campo per individuare un collegamento tra i due modi di contare il tempo. Tra le possibili soluzioni, la data dell′11 agosto 3114 a.C. è oggi la più accettata: si tratta della citata correlazione GMT, dalle iniziali dei tre studiosi che l′hanno partorita: Goodman, Martinez e Thompson. A partire da questa data, la fine dell’attuale era cadrebbe il 20 dicembre 2012, il successivo 21 aprirebbe il nuovo ciclo. Ma questa correlazione, come evidenziato dai fretelli Böhm e dallo studioso Aldana, potrebbe essere sbagliata: in questo caso, il giorno del nuovo ciclo, inteso come 0.0.0.0.0, potrebbe essere già arrivato da tempo oppure cadere solo tra diversi secoli? Una cosa è certa: speculazione, sensazionalismo e voglia di apparire padroneggiano da sempre nella divulgazione delle notizie di un certo rilievo. Stiamo pur certi che giungeranno altri annunci di questo tenore.