DATA: 26 Aprile 2011
FONTE: http://viaggi.libero.it
AUTORE: Francesco Salvatore Cagnazzo
Bambole, spettri, misteri
Brividi assicurati e suggestioni da incubo nella spettrale isola messicana: un viaggio nei misteri dell’uccisione di una bimba e del suicidio di un’artista
Ci sono posti nel mondo in cui le leggende che vi si narrano hanno reso l’ambientazione spettrale. Oppure, ce ne sono altri in cui l’ambientazione spettrale ha creato leggende e suggestioni. La Isla de la Munecas appartiene al secondo gruppo: si trova in Messico, una isola dalle piccole dimensioni con una grande foresta, ribattezzata così negli Anni Sessanta. Qui le storie raccontano di Don Julian Santana che uccideva, pugnalava, impiccava, cannibalizzava ed amputava le bambole dalle provenienze sconosciute. Metaforicamente parlando. Chi l’ha conosciuto lo descrive come un personaggio al contempo geniale e analfabeta.
A creare la maledizione delle bambole è stato forse il dramma del rinvenimento di una piccola bambina annegata con la sua bambola. E per dare pace allo spettro della bambina che si aggira ancora sull’isola, ogni giorno questo tal Don Julian dava vita a spettrali rituali in cui sacrificava gli oggetti del gioco femminile in sua memoria. C’è invece chi, semplicemente, sostiene che il Don in questione avesse un carattere particolarmente scorbutico e avesse creato questa leggenda ed un museo così macabro e agghiacciante per allontanar da sè tutto e tutti. Ed invece, non appena si sparse la voce della surrealista installazione, giornalisti e troupe televisive raggiunsero l’isola ansiosi di conoscere il genio psicotico.
Un giorno poi fu rinvenuto il suo cadavere nel canale che circonda la sua casa, e la morte è tuttora avvolta da circostanze ignote: era il 17 Aprile 2001. Da quel giorno l’isola è divenuta meta di pellegrinaggio dark e turismo dell’orrore di tanti giovani provenienti da tutto il mondo. Questi raggiungono la foresta per celebrare riti misteriosi intorno all’esorcismo della morte e la perdita dell’innocenza. O almeno così si dice. E sono in molti a credere che le bambole abbiano persino proprietà taumaturgiche.
La fauna dell’isola, misteriosa e decadente, sembra confermare la presenza di un’atmosfera da dannazione divina o da perdizione umana. Anche i bambini non mancano tra i turisti, e non è difficile capire il motivo per cui spesso, al termine della visita turistica, presentino profondi segni di riluttanza alle bambole. I grandi invece si divertono portando il proprio contributo all’isola, in questo continuo rimpolparsi di creature di plastica dall’aspetto malvagio.