DATA: 17 Gennaio 2012
FONTE: http://mag.sky.it
AUTORE: Barbara Ferrara
E’ il titolo del libro dello scrittore Renzo Rossotti che mette in luce il lato più oscuro della città sabauda. Case infestate, testimonianze di misteriose apparizioni e misfatti di ogni genere animano le vicende narrate.
Incontriamo Renzo Rossotti al Caffè Platti, locale storico di Torino, teatro di una drammatica vicenda che ha per protagonista la signora Cristine Melliant, morta suicida il 25 settembre scorso nella toilette, era la traduttrice del “professore”, come lo chiamano qui i gestori del bar. Dopo alcuni brevi commenti sull’accaduto, ha inizio il lungo viaggio in quella che tutti chiamano la “Torino magica”. Per molti studiosi di esoterismo infatti la città sarebbe uno dei tre vertici del triangolo della magia bianca con Praga e Lione, e della magia nera insieme a Londra e San Francisco: tutte leggende, sentenzia Rossotti.
Ma cosa c’è di vero in tutto quel che si dice? Difficile riassumerlo in poche righe, il professore non crede tanto ai fantasmi quanto a particolari entità e alla lettura telepatica. A seguire il filo dei ricordi dalla sua viva voce si resta incantati, ci si perde in un passato costellato di storie improbabili, fatti e misfatti che hanno dell’incredibile.
Renzo Rossotti non è solo l’autore de I fantasmi di Torino ma un uomo che a 82 anni ha l’entusiasmo di un giovanotto e sulle spalle una folta bibliografia. Tra i personaggi illustri che ha conosciuto ci sono Chaplin, Disney, Hitchcock, Dalì, Brigitte Bardot, Maria Josè, Lennon, Giovanni Paolo II e la regina Elisabetta.
Rossotti ha instancabilmente viaggiato in lungo e in largo per il mondo: “Se avessi visto più in là, in una anticipazione dell’era tecnologica, con decine di redattori inchiodati per ore davanti al computer, forse avrei cambiato orientamento”. La gratitudine, il moto affettuoso e la vena nostalgica con cui parla della sua storia affascina e non si smetterebbe mai di ascoltare i suoi infiniti aneddoti.
Che legame esiste tra il mondo reale e quello che sfugge ai nostri sensi? Crede ai fantasmi?
Credo che la comunicazione continui. Sono credente e pretendo di avere un collegamento quasi quotidiano con i miei che sono mancati da circa vent’anni. Non mi piace l’espressione fantasmi, preferisco chiamarle entità. Ho delle manifestazioni strane. Un senso di déjà vu. Ma sono nato in una famiglia di scettici e mio padre rideva quando dicevo che noi siamo oggi i fantasmi di domani e ci offenderemo molto di là nel vedere che non ci credono quelli che son rimasti di qua.
Per noi comuni mortali, c’è modo di comunicare con l’aldilà?
Bisogna essere sensitivi, e crederci.
Come è iniziato il suo viaggio nell’occulto?
A forza di sentirmi dire che Torino è magica senza capirne il perché. Comunque, l’origine di questo aggettivo nasce nel 1890 quando si svolse l’interminabile processo alle sonnambule, delle poverette ricoverate al manicomio che venivano maneggiate da furbastri medici e adoperate come medium. Allora i giornali francesi cominciarono a scrivere “Turin c’est tellement magique” e da quel momento non ci siamo mai più scrollati di dosso quella definizione. Poi non dimentichiamoci che a Torino nacque il primo circolo spiritista italiano, raggruppava membri del parlamento e intellettuali, non solo donnine e creduloni.
Un aneddoto inquietante che le resterà per sempre impresso?
Accadde nel 1977 a Londra, all’interno di Kensington Palace dove nacque la Regina Vittoria e dove per un periodo abitò la principessa Diana. Affacciato al balcone notai tre grandi olmi, mi girai verso le guardie e dissi: “Ma gli alberi quando è nata Vittoria erano quattro”. E lei come faceva a saperlo? E’ quello che mi chiesero loro. L’indomani tornai e attraverso vecchi grafici e documenti storici ebbi la conferma che gli olmi in principio erano quattro. Non so dirle altro.
Che rapporto ha con la morte?
Sono combattuto da una specie di paura e il desiderio esasperato di incontrare i miei. Quando accadrà me lo immagino così: una porta si schioda e io vedo prima mia madre, dopo mio padre.
Tra i personaggi illustri che si sono lasciati affascinare dallo spiritismo troviamo Garibaldi, Massimo D’Azeglio, Cesare Lombroso, Luigi Barzini e perfino l’ultima regina d’Italia Maria Josè. Oggi chi potremmo annoverare?
La Regina Elisabetta d’Inghilterra e tutta Casa Savoia.
Lei ha intervistato, tra gli altri, Chaplin, Walt Disney, Brigitte Bardot e John Lennon, mai una volta incontri ravvicinati del terzo tipo con uno spirito?
La risposta può essere “no” e “sempre”: sono circondato dalle persone che non mi hanno mai abbandonato.
Stephen King ha scritto “I mostri sono reali e anche i fantasmi sono reali. Vivono dentro di noi e, a volte, vincono”. E’ d’accordo?
Vincono sempre. Non hanno i mezzi materiali che abbiamo noi, hanno possibilità di una dimensione che non ci è dato conoscere.
Dario Argento ha spesso usato Torino come set per le sue storie, le piace come l’ha rappresentata?
Con Dario Argento ci conosciamo, lui ha utilizzato Torino come la scomposizione di un polinomio in fattori: la rompe a seconda del pezzo che gli serve e poi se la porta a Roma o a Milano. Così quella non è più Torino, non mi piace molto, e poi abbonda troppo col succo di pomodoro.
E’ recentemente uscito “Non avere paura del buio” ennesimo film su una casa infestata da inquietanti presenze. In questo ambito ha un film preferito?
Mi piace molto il genere divertente come “Spirito allegro” di David Lean con Rex Harrison dove la prima moglie defunta fa degli scherzi alla seconda rendendole la vita impossibile.
Per Pitigrilli Firenze è una città per sposi; Venezia per amanti; Torino per i vecchi coniugi che non hanno più nulla da dirsi. Come controbatte a questa boutade?
(Ride) Ho paura che sia vero.
Ha qualche rimpianto o un sogno nel cassetto?
No, ho fatto tutto quello che ho voluto fare nella vita.